giovedì 18 febbraio 2016

" Escursione sul Monte Paganuccio "



Arrivati al parcheggio principale, in località Gola del Furlo ( 190mt s.l.m ), lasciamo la macchina e ci incamminiamo percorrendo la strada asfaltata per qualche centinaio di metri, per poi svoltare a sinistra, attraversando un ponticello sul fiume Candigliano e proseguire sulla la strada provinciale 111. La strada asfaltata sale leggermente ma dopo neanche un chilometro, sulla sinistra , si entra nel sentiero 154, molto caratteristico, con pendenze notevoli e fondo mosso su roccia e terra tipicamente rossa ( dov è possibile individuare l affioramento di scaglia rossa, derivata dagli strati calcarei rosati contenenti selce e rame).


Il sentiero sbuca nei pressi di un vecchio rudere, dove si può prendere un po' di fiato grazie ad un breve tratto, 500mt circa di strada imbrecciata, che scende leggermente. Rigenerati si svolta a sinistra e si continua nello stretto sentierino che ci porterà fino al Rifugio Forestale " la Pradella ". 


Arrivati alla " Pradella " si continua sulla strada forestale che sale verso le pendici del Paganuccio. Si arriva ad una sbarra che delimita un appezzamento, solitamente popolato da cavalli al pascolo. Da qui si entra nel bosco che pian piano sale verso un piccolo gruppo di case, chiamato S. Ubaldo, attrezzato con panche per pic-nic, adiacente ad uno snodo di strade forestali, che ricollegano le varie vallate. 
Noi ci dirigiamo in direzione Sud-Est continuando l ascesa; uscendo dalla forestale, imboccando il sentiero che si addentra nella vegetazione, si incomincia a salire per una mezz oretta circa. La strada si appiana e si intravedono gli ampi prati che caratterizzano la parte sommitale del Monte. Pochi minuti e ci ritroviamo sul punto più alto ove vi sono delle antenne ( 910mt s.l.m).
Ci fermiamo qualche minuto per rifocillarci; la temperatura in questo periodo anche se molto mite in zone riparate e soleggiate, ancora risente molto della stagione invernale, quindi ci cambiamo con indumenti asciutti e caldi per la discesa. Finita la nostra porzione di basmati e quinoa, riprendiamo il cammino dirigendoci verso l imbocco al sentiero che ci riporterà a valle.


Il sentiero è il numero 450A in direzione Furlo; scende dolcemente, con delle tagliate trasversali lungo il fianco della montagna, facilmente percorribile, al riparo dai venti che solitamente interessano la zona sommitale. In queste condizioni è quasi impossibile non calarsi nella tranquillità del bosco, sentendo solo lo schiocco dei sassi sotto gli scarponi, il ticchettio delle racchette, e il cinguettio dei piccoli esemplari di passeriformi presenti in tutta la Riserva della Gola del Furlo. Con un po di fortuna e un po' di buon occhio si potrebbero vedere anche l Aquila reale e il Falco Pellegrino. Passa circa un oretta e ci ritroviamo di nuovo al Rifugio Forestale la Pradella, lasciato qualche ora prima. Da qui riprendiamo il sentiero 154 e lo percorriamo in direzione opposta scendendo verso il Furlo. 


La discesa, se pur semplice possa essere, è leggermente rallentata dal fondo dissestato e bisogna dedicare parecchia attenzione a dove si mettono i piedi, per non incorrere in infortuni. Ci ricolleghiamo alla strada provinciale asfaltata per ritornare al punto di partenza. Percorriamo l ultimo chilometro ed arriviamo al parcheggio dove al mattino avevamo lasciato la macchina. 

Lunghezza : 15km circa
Durata: 5 ore 
Difficoltà: medio 
Dislivello: 1100mt 

L escursione è molto suggestiva, permette di immergersi nella vegetazione tipica dell entroterra. I mesi consigliati sono principalmente quelli primaverili ed estivi per godersi lo spettacolo di una visione a 360° di tutte le montagne intorno partendo dal Monte Catria, al Petrano fino al Nerone.

Spero di essere stato esaustivo e preciso nelle indicazioni, un saluto a tutti da me e Gloria! 
Ci si vede al prossimo giro! 



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